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Se divulgare i segreti della propria azienda in occasione di una serata con gli amici è sempre stato un difetto sul piano contrattuale, il datore di lavoro raramente ha avuto notizia della vicenda e difficilmente poteva - in caso contrario - fornire il prova di questa violazione. Il pubblico e la riservatezza della divulgazione sono stati ampiamente controllati dall'autore della divulgazione. Lo stesso non si può dire quando la divulgazione di informazioni riservate avviene attraverso una pubblicazione su un profilo Facebook “privato”, ma a cui hanno accesso più di 200 persone, tra cui colleghi e dipendenti di aziende concorrenti. Tale è l'errore commesso dalla Sig.ra A… che è stata denunciata al suo datore di lavoro da uno dei suoi “amici”, screenshot a sostegno. Il datore di lavoro, così allertato delle indiscrezioni di uno dei suoi project manager, ha cercato di stabilire l'entità della divulgazione indagando l'identità delle persone che avevano accesso alle foto della raccolta successiva, verificando se necessario. informazioni disponibili su Facebook con quelle disponibili sui social network “professionali”. A seguito di tali accertamenti, il datore di lavoro ha proceduto al licenziamento per comportamento scorretto.